“I can’t breathe”! Nei primi minuti di questo film danese assistiamo alla fotocopia di quanto successo negli USA con la vicenda che portò alla morte dell’afroamericano George Floyd. Una coincidenza, in quanto il film è stato scritto e realizzato prima della nota vicenda sopra citata. Questo è solo un punto di partenza per una thriller urbano feroce che punta i riflettori su un tema, quello dell’integrazione razziale e dei strumenti politici annessi ad essa, ricorrente nel cinema danese recente, ved. SONS OF DENMARK di Ulaa Salim. I dettagli esatti di quanto successo mentre Talib Ben Hassi era in custodia di polizia, rimangono poco chiari. Gli agenti di polizia, Jens e Mike, sono di routine nel ghetto di Svalegården quando la notizia della morte di Talib arriva alla radio, accendendo una rabbia incontrollabile e repressa nella gioventù del ghetto, che brama vendetta. All’improvviso, i due ufficiali si ritrovano in un gioco leale e devono combattere con artigli e denti per trovare una via d’uscita in una notte senza fine e destinata a sporcarsi di sangue …… Ispirato a molteplici pellicole precedenti, dal recente francese Les Misérables all’inglese ’71, quest’opera prima trasuda senza sosta tensione e capovolgimenti di fronte, e opinione, finendo per tramutarsi con l’avanzare della storia in un solido thriller, dove appaiono evidenti anche alcuni rimandi alle pellicole urbane più oscure, ambientate nelle tentacolari città americane, del primo John Carpenter. Come anticipato, sarà proprio l’evoluzione inaspettata, e allo stesso tempo inevitabile, dei due protagonisti, abilmente al centro della scena in egual misura. Per citare il celebre slogan dei WATCHMEN, chi controlla i controllori? Difficile saperlo, di sicuro i mass media possono e lo fanno senza mezze misure influenzare l’opinione pubblica, le minoranze e di conseguenza la politica, pronta a voltare le spalle a chi è in prima linea. Dal poliziotto onesto all’ACAB di turno il passo è breve, mai quanto voltare le spalle e tradire chi ti ha difeso e protetto ad ogni costo. Per quanto concerne la sceneggiatura, nonostante diverse parti risultano di troppo già visto (sempre più difficile essere originali), la storia non perde mai mordente, finendo per regalare emozioni, amare e tragiche, proprio nel finale, capovolgendo ruoli e mettendo in luce quanto sia facile dare giudizi ipocriti e credere di essere possessori della tanto temuta e utopica verità nei confronti del ‘sistema’. Ambientazioni urbane, spesso in notturna, claustrofobiche e prive di speranza, sempre esaltate da analisi spietate della difficile convivenza tra polizia e malavita straniera, dove anche la colonna sonora ed i cambi di cromature della fotografia, giocheranno un ruolo per nulla secondario. ENFORCEMENT è un ottimo crime movie estremo, dinamico e coinvolgente, in grado di mettere in discussione tutte le certezze presenti in entrambi le parti (e componenti) coinvolte, senza tralasciare mai l’aspetto survival di chi finisce nelle tana del nemico e deve usare tutte le forze a propria disposizione per … non soccombere mai! Tosto!! VALUTAZIONE 3,5/5
H.E.
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