Il film messicano che più di tutti si avvicina ai più brutali e drammatici documentari recenti (NARCO CULTURA, CARTEL LAND, LA LIBERTAD DEL DIABLO, EL SICARIO ROOM 164) afferenti i narcotrafficanti del paese centroamericano (purtroppo celebri in tutto il mondo per le loro efferatezze), è senza dubbio HELI, terzo lungometraggio di Amat Escalante. Seguito ideale del dramma scioccante LOS BASTARDOS del 2008, per quanto concerne la violenza (questa volta onnipresente e più estrema), oltre ad anticipare in maniera velata le atmosfere erotico grottesche presenti nel suo ultimo lavoro, LA REGION SALVAJE, probabilmente il vertice della sua filmografia.
Guanajuato, Messico. Heli è un giovane neo sposo ed onesto lavoratore, che sui prende cura del suo bambino appena nato, della moglie, della sorella dodicenne Estela e del padre vedovo.
Estela è innamorata di un ragazzo più grande, un allievo dell’esercito militare messicano impegnato contro i narcos. I due fantasticano di fuggire assieme. lasciandosi alle spalle la miseria polverosa del Messico centrale. L’occasione si presenta quando lui ruba dei panetti di cocaina da un rifugio dei narcotrafficanti, con la brillante idea di nasconderli nella cisterna d’acqua della famiglia di Estela. Quando Heli lo scoprirà, non esiterà a gettare al vento la cocaina, sperando così di rimanere estraneo alla vicenda. Purtroppo per lui, la forza d’urto e la violenza estrema dei narcos non aspetterà molto prima di presentare il conto a lui ed alla sua famiglia, destinandola ad un futuro peggiore dell’inferno …
Decapitazioni, torture, abusi, stupri, minacce e la becera corruzione, male incurabile e onnipresente, finiranno per fare capolino più volte nel corso della storia, condannando il povero Heli a rimanere prigioniero nel suo paese, nonostante lotti con tutte le proprie forze per rimanere onesto e lontano dal male che lo circonda. Una visione cruda e terribilmente amara che sfiora più volte la realtà, con scene raccapriccianti che poco hanno da invidiare a quelle narrate e visionate nei documentari sopra citati. In particolare vedremo un pene dato alle fiamme, dei bambini, figli dei narcos, amanti dei videogiochi violenti che non si tirano indietro quando vengono ‘invitati dai più grandi ad eseguire loro le terribili torture ai malcapitati di turno. La corruzione che aleggia sempre nel’aria, mostrando un legame indissolubile tra sicari e militari (sarà dura distinguere gli uni dagli altri), finirà per diventare lo specchio triste ed inesorabile del Messico, destinato a essere prigioniero, come lo steso Heli, del suoi stesi mali, senza i quali sembra non riuscire a farne a meno. Atmosfere pesanti, abilmente presentate da Escalante assieme a luoghi e personaggi desolanti, un’evoluzione della storia difficilmente digeribile (dove il prologo anticipa i macabri eventi della parte centrale), con una chiusura assai disturbante e che costringe anche l’ultimo onesto rimasto a sporcarsi le mani per sopravvivere, adeguarsi e ‘integrarsi’ al male che lo circonda e che purtroppo lo ha inghiottito.
HELI è un’opera estrema ed antropologica, sul Messico attuale, che stringe il cuore e lascia addosso un disagio ed un senso di impotenza difficilmente dimenticabili a fine visione. Un crime movie notevole, originale, spietato e …. con i ‘contro cojones’!! VALUTAZIONE 4,5/5
H.E.