L’APOLLONIDE: SOUVENIRS DE LA MAISON CLOSE (House of Tolerance) del 2011 di Bertrand Bonello


La prostituzione è uno dei mestieri più antichi del mondo e anche fonte d’ispirazione inesauribile di cinema e letteratura. Bertrand Bonello, regista di NOCTURAMA, affronta la prostituzione a cavallo tra fine ‘800 e primi ‘900 attraverso un’opera sofisticata, corale e opprimente dove la lente d’ingrandimento si focalizza sulla quotidianità delle prostitute del bordello L’Apollonide di Parigi. Paure, insicurezze, speranze, sogni e altro ancora saranno descritte in maniera lacerante e cupa alla pari di una prigione senza via d’uscita, trasformando l’elegante casa di tolleranza di madame Marie-France, in un luogo di evasione totale, fisico e del pensiero, dal rigido mondo esterno.
Parigi, Novembre 1899. l’Apollonide è un bordello di alto livello gestito dalla ex prostituta madame Marie-France, una ex prostituta che lotta per far quadrare i conti mantenendo una qualità rispettabile e ricercata di alto livello della sua casa di piacere. Madeleine, soprannominata ‘L’Ebrea’, è una delle prostitute più ricercate dell’Apollonide. Madeleine sogna che il suo cliente più regolare la richieda in matrimonio. Lei gli racconta il suo sogno, sdraiata sul letto mentre lui una notte le lega i polsi al letto e fa scivolare la lama del suo coltello sul suo corpo. Qualcosa però sfugge al controllo del suo cliente, il quale finirà per tagliarli le guance in un angolo della bocca. Mesi dopo, Madeleine, per ripagare i debiti dovuti alla sua padrona, rimane a lavorare come tuttofare nella casa di piacere, in quanto sfregiata e con un macabro sorriso stampato in faccia, non è più presentabile per i clienti facoltosi dell’Apollonide. Giunge così a sostituirla una giovanissima ragazza, destinata a fare breccia nel cuore dei clienti più esigenti. La vita del bordello ad inizio ‘900 prosegue come sempre, tra sogni, violenze, malattie delle altre ragazze della casa di tolleranza, le quali però non esiteranno ad aiutarsi tra loro, soprattutto quando il sentimento di vendetta di una di loro finirà per diventare realtà ……<br>Ritmo apparentemente fiacco e languido ma necessario per mostrare il lato umano ed illusorio delle diverse ragazze presenti nella casa. Invidie, gelosie e desideri di apparire prime donne finiranno per essere sepolti da un istinto materno e di sostegno umano tra loro come si identificassero in una singola specie, differente da tutte le altre, in quanto libera da vincoli abitudinari che affliggono la maggior parte delle persone, nonostante inconsciamente consapevoli di convivere in una prigione asfissiante. Pur mantenendo un livello erotico elevato per tutta la pellicola, la volgarità non è concepita nella pellicola di Bonello, dove perfino le scene di sesso sono sempre mostrate fuori campo o solo immaginate. E’ l’attesa la vera protagonista, con l’annesso piacere dei suoi clienti e quello falsificato delle bellissime prostitute, affogato spesso in miraggi di una vita libera e autosufficiente. Se l’erotismo è onnipresente e costante, lo stesso vale per il livello drammatico, peso e raramente alleggerito. Reso letale dal male subito dalle ragazze, tra perversioni eccessive e mortificanti, malattie e visite umilianti e che sembrano quelle di un allevamento di bovini destinati al macello. Costumi meravigliosi che ben si amalgamano ai corpi stupendi e statuari delle giovani ragazze, immersi in un contesto ovattato elegante e morboso, con luce scarna e dolcificato da champagne e oppio, necessari e fondamentali per accrescere quel desiderio di fuga della realtà per clienti e merci umane dell’Apollonide. Pellicola favolosa, morbosa e magnetica, capace di colpire duro nella parte finale, dove anche quell’animale di compagnia, apparso più volte, una pantera nera, troverà la sua collocazione perfetta in questa storia corale, visionato in un atto liberatorio attraverso un sorriso beffardo e comune di tutte le ragazze dell’Apollonide. Un film di una qualità estetica impressionante, capace di scardinare con forza e rara maestria cinematografica quei stereotipi sulla prostituzione che ancora oggi, a quasi 120 anni dall’epoca di ambientazione di questo film, quei stereotipi medioevali e tristi su questo antico mestiere! VALUTAZIONE 4/5

H.E.