JUG FACE (2013) di Chad Crawford Kinkle

Un originale horror indie americano, che narra di una comunità rurale ai margini della società, devota al culto di un pozzo… uhm, “vivente”, abitato comunque da qualcosa di minaccioso e potente. Questa entità assicura l’esistenza e la salute dei membri della comunità, salvo pretendere periodicamente dei sacrifici umani in cambio. I cui prescelti vengono individuati in base alle fattezze del “jug face” (letteralmente, “brocca a forma di faccia”), elaborato su ispirazione dell’entità da Dawai (un ottimo Sean Bridgers), sorta di “idiot savant”/sciamano della comunità. In questa cornice tutto procede tranquillamente, tra una caccia all’opossum e una gola squarciata. Almeno sin quando la giovane Ada (la sempre favolosa Lauren Ashley Carter), scopertasi prossima candidata al sacrificio, per salvare sé stessa e il suo futuro figliolo (che è già un problemino in quanto frutto di un incesto con il fratello…) decide di nascondere la “jug face” che la ritrae… Film interessante, che dipinge una realtà “pagana” e marginale senz’altro affascinante. Tecnicamente funziona tutto bene: sceneggiatura, regia, recitazione vanno alla grande. Un plauso particolare alla protagonista, che avevo già apprezzato nel Darling di Mickey Keating (2015), e che è anche la principale ragione che mi ha condotto a questo film. Sempre come in Darling, anche qui c’è Sean Young, celeberrima nel ruolo della replicante Rachel di Blade Runner, in una parte ben più lunga e complessa rispetto al ruolo avuto nel film di Keating (è la madre stronza di Ada). Delude un po’ l’aspetto horror: il film è inquietante, promette bene ma non decolla mai. Ti aspetti un sacco da quel pozzo, ma alla fine… beh, non vi dico nulla, ma non fatevi troppe speranze. Il finale è piuttosto meh. Stringendo il cappio, film senz’altro interessante e originale, con performance attoriali di rilievo e ottime invenzioni, che però poteva osare molto di più. VALUTAZIONE 7,5/10

 

Review by Alessandro Bruzzone