LA PIEDAD (PIETY) del 2023 di Eduardo Casanova

Il secondo lungometraggio di Eduardo Casanova, dopo il weirdissimo e sorprendente PELLE, conferma tutta la forza visionaria e originale del giovane regista spagnolo. LA PIEDAD, chiaro riferimento a ‘La Pietà di Michelangelo’, è un grottesco dramma inquietante, mascherato da una patina fantasy, dove si cela sotto la superficie bizzarra una storia d’amore naturale ma assai malata di una madre verso il proprio unico figlio.
Mateo vive confinato con la madre Libertad in uno stravagante micro mondo colorato di rosa e lontano dalla realtà. Quando a Mateo viene diagnosticato un cancro, il castello fantasy creato dalla madre inizia a sgretolarsi, riportando alla luce segreti ma finendo così per occultarne altri …..
Se il filo conduttore con le opere precedenti di Casanova è la creazione di un contesto assurdo e fuori dall’ordinario, la volontà del suo autore questa volta è di scavare in profondità sul rapporto troppo morboso, ai limiti dell’incesto, di una madre fin troppo possessiva, che si manifesta attraverso una singolare misandria nei confronti del padre di Mateo e che ne segnerà inevitabilmente la sua difficile vita. A rendere spiazzante il tutto (ogni scena è sempre ai limiti del surreale) è il costante parallelismo con la dittatura nordcoreana, mostrata attraverso una famiglia che tenta di fuggire in Corea del Sud. Un riferimento chiaro inizialmente ma non privo di risvolti inquietanti e sinistri nella parte finale.
Tutto è sempre simbolico in questo film, dal nome della madre ai riferimenti dittatoriali sopra citati, dalla negazione della realtà ai rapporti genitoriali spezzati e mai riusciti. Una pellicola bizzarra e mai comica, in quanto le tematiche trattate, come in alcuni casi di PELLE (la fertilizzazione in Vitro e la malattia denominata B.I.I.D.), sono serie, anzi serissime. Per rendere forte quanto narrato, Casanova non esita a mostrare gore, sangue e body horror sensazionale (eh, la scena del parto lascia senza fiato), alzando l’asticella della pellicola in maniera decisa e costante. Se la cornice che avvolge Mateo e Libertad lascia senza fiato, sono ottime tutte le performance di tutti, protagonisti e soprattutto secondari, in quanto mai banali e sempre funzionali al racconto.
In conclusione Casanova riesce, probabilmente senza volerlo (o forse sì), ad unire in un colpo solo il cinema di Pedro Almodóvar con quello di Álex de la Iglesia, impreziosendo il tutto con uno stile brillante moderno contemporaneamente proiettato al futuro. Un nuovo brillante drama-weird decisamente imperdibile!! VALUTAZIONE 4/5  

H.E.

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