Basato sul celebre romanzo RED DRAGON del 1981 di Thomas Harris, il primo a presentare Hannibal Lecter (qui chiamato Lecktor), figura iconica della letteratura e del cinema (grazie soprattutto alle interpretazioni di Anthony Hopkins da IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI in poi), MANHUNTER di Michael Mann è un thriller psicologico, con decise ed originali virate estreme, che sfiora la perfezione assoluta. Due ore che sovrappongono in maniera quasi ossessiva e mai banale le figure del criminologo Will Graham e del killer seriale ‘Tooth Fairy’, destinati irrimediabilmente a scambiarsi i ruoli, da preda a cacciatore e viceversa, nel corso della pellicola.
Will Graham, ex criminologo dell’FBI, vive in Florida con la moglie Molly e il figlio Kevin, tentando di riprendersi la sua vita dopo aver rischiato di perderla durante la caccia al famigerato psichiatra assassino Hannibal Lecktor. Will Graham, dopo un periodo di forzata inattività, non sa resistere alle richieste di un suo amico e collega, il quale non riesce a trovare un solo indizio a carico del maniaco omicida ‘Tooth Fairy’ che, durante le notti di plenilunio, commette spaventose stragi ai danni di giovani coppie con bambini, le quali sono sterminate secondo macabri rituali.
Pellicola dominata da un lugubre ed inquietante blu tenebra, che avvolge costantemente i due antagonisti principali, finisce più volte per accendersi e cambiare direzione su poderosi frame macabri ed incredibilmente disturbanti, giocando, come il romanzo dal quale è stato ispirato, sulla forte componente psicologica, spesso trascurata dalla maggior parte dei thriller dell’epoca a favore di una forzata spettacolarizzazione a base di azione e ritmo.
Stranamente poco apprezzato all’epoca, questo superlativo film di Mann ha il grande pregio di anticipare i tempi sull’estetica elegante, accompagnata da una sostanza micidiale di tematiche criminali impressionanti, che spopolerà in tutto il mondo negli anni a venire, dal cinema coreano più estremo e di qualità ai neo noir targati Refn, senza dimenticare quello inglese di inizio millennio.
Nonostante le due fortissime e figure carismatiche contrapposte di grande caratura nella pellicola, Will interpretato da William Petersen (celebre soprattutto per il ruolo di Grissom in CSI) e ‘Tooth Fairy’ dal gigante ed inquietantissimo Tom Noonan), non passa inosservata quella del carcerato Lecktor, mostrato pochi minuti rispetto agli altri due ma dove subito si presenta con una mente superiore e manipolatrice, nonostante si trovi all’interno di una minuscola cella, interpretato all’epoca da un grandissimo Brian Cox.
Colonna sonora superlativa e sempre sul pezzo, recitazioni magnifiche, una fotografia mozzafiato, frangenti estremi difficilmente dimenticabili (le foto shock dei massacri, la carrozzina fiammeggiante o la scioccante presentazione del serial killer con la calzamaglia sul volto) e destinati ad influenzare numerose pellicole a venire in maniera prepotente, promuovono MANHUNTER, per nulla inferiore al più acclamato e sopra citato IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI diretto da Jonathan Demme, a capolavoro assoluto e pellicola imprescindibile per tutti gli amanti del genere thriller criminale e psicologico. Fenomenale! VALUTAZIONE 5/5
H.E.