Dopo l’ansiogeno THE WAR GAME, Watkins realizza un altro mockumentary (falso documentario) di critica alla guerra (il periodo dei quella fredda incombe), destinato a diventarne anche il suo lavoro più celebre.
Uscito a seguito delle rivolte studentesche di fine anni ’60, nel massimo picco di impiego di soldati americani nella guerra del Vietnam (1969-70) e durante la presidenza di Richard Nixon, PUNISHMENT PARK finì proprio nel mirino della censura americana, destinandolo così ad una pubblicità senza freni proprio per questo motivo.
USA, 1970. La guerra del Vietnam è lontana dalla fine e il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon ha appena deciso una campagna di bombardamenti “top secret” in Cambogia. Di fronte a un crescente movimento contro la guerra, il presidente Nixon decreta lo stato di emergenza basato sul ‘McCarran Internal Security Act’ del 1950, che autorizza le autorità federali, senza bisogno del Congresso, a detenere persone giudicate “un rischio per la sicurezza interna”. Pacifisti, femministe, simpatizzanti del partito comunista e gruppi rivoluzionari afroamericani, sulla base del decreto sopra citato, vengono arrestati e destinati ad affrontare un tribunale di emergenza composto da membri della comunità. Il verdetto già scritto non lascerà scampo ai detenuti, i quali saranno costretti a scegliere se accettare la detenzione o provare ad affrontare il Punishment Park, un luogo, lontano da occhi indiscreti, nel deserto dell’Arizona. I ‘prigionieri’, nel cosiddetto parco, devono affrontare sotto il sole cocente, senza cibo e acqua, una corsa di cinquanta chilometri nel deserto e raggiungere un punto specifico dove si trova conficcata una bandiera americana. Se raggiungono la bandiera sono liberi……
In questo falso documentario, alquanto frenetico, seguiamo parallelamente due gruppi di prigionieri. Uno sotto processo e l’altro destinato ad affrontare il famigerato Punishment Park, accerchiati e braccati da decine di poliziotti, militari ma anche da una troupe televisiva che li segue passo dopo passo, filmando questo angoscioso reality destinato ad una tragica ed inevitabile fine. Processi sommari, similari a quelli comunisti e nazisti durante la seconda guerra mondiale (Hitler sarà citato in un fiammante intervento semi ironico), una caccia all’uomo senza tregua e numerosi dibattiti sulla democrazia più grande del mondo, gli USA, nei quali il confine tra totalitarismo e democrazia appunto, per Watkins appare quanto mai sottile.
Valido ancora oggi ed in grado di intrattenere sapientemente lo spettatore più moderno e scafato, PUNISHMENTE non lesina nella violenza fisica, psicologica e politica, dimostrando di essere avanti anni luce per l’epoca. Sia per le tematiche trattate che per la loro rappresentazione singolare. Un ottimo lavoro destinato a lasciare il segno, oggi come allora! VALUTAZIONE 9/10
H.E.