Una delle pellicole neo horror più intriganti uscite in epoca recente è stata senza dubbio STARRY EYES. Un film mefistofelico che profuma felicemente di zolfo e ambizione estrema, quella di raggiungere le stelle del successo e dei desideri più neri dell’animo umano ad ogni costo. Dopo un lungo lavoro di gavetta, fatto di film ultra indipendenti, documentari semi amatoriali e diversi cortometraggi, i due registi americani Kolsch e Widmyer fanno centro, sfornando un’opera oscura e brutale, capace di omaggiare il grande cinema estremo del passato (Żuławski, Polanski, Cronenberg e David Lynch su tutti) ma al tempo stesso di rivoluzionare, anche solo parzialmente, l’horror attraverso una fusione drammatico-estrema brillante ed evolutiva, senza limitarsi ad un unico sottogenere horror. Gore, splatter, satanismo, erotismo, carnalità e body horror, finiranno (per la nostra gioia estrema) per fare capolino nella pellicola, rappresentando evidentemente al meglio le diverse anime horror ed estreme presenti nel background dei due registi.
Come scritto in precedenza, gli spunti e omaggi al cinema del passato sono piacevolmente evidenti e svariati. Influenze positive e mai destinate a banali copia incolla. Uno dei momenti più magnetici ed accattivanti dell’intera pellicola, e che catturerà irrimediabilmente la nostra attenzione, è rappresentato dal secondo provino di Sarah per la misteriosa Astraeus. Un provino al buio a flash alternati dove carnalità, sensualità e l’aspetto più sinistro e bestiale di Sarah esploderanno in una serie di frame frenetici che riportano alla memoria la bella protagonista di POSSESSION di Zulawski. La crescita esponenziale, da lì in poi, per l’evoluzione e trasformazione, con evidente sacrificio semi satanico per raggiungere l’eterna bellezza, da parte di Sarah, vedrà un crescendo continuo di musiche, atmosfere e situazioni sempre più cupe, malsane ed estreme.
La mezz’ora finale, tra scarnificazioni corporee, vomitate di vermi e stragi affogate nel sangue, esalteranno non poco anche i due registi, i quali regaleranno inquadrature e frangenti carichi di tensione sempre imprevedibili. Un’anarchia riuscita che non si allontana dal concetto centrale del film, afferente ai tantissimi attori e registi di Los Angeles, pronti a stringere patti con il diavolo in carne ed ossa (ved. ‘An Open Secret’ di Amy Berg) pur di sfondare e lasciarsi alle spalle una vita di stenti come la nostra bella protagonista Sarah, interpretata alla grande ed in maniera viscerale da un’ottima Alex Essoe.
Nel finale inoltre daremo un senso anche al titolo (occhi scintillanti), passo obbligato per rinnegare e dimenticare la vecchia vita sacrificata per una nuovo, luccicante futuro piacevolmente incatenato al diavolo del successo! VALUTAZIONE 9/10
H.E.