Gli anni ’80 (e fine ’70) sono ancora oggi bersaglio di un revival nostalgico sfrenato, dai videogiochi in stile Arcade ai colori sgargianti in sala pop, per finire con un stile cinematografico d’azione, a volte con sfumature horror altre con ambientazione sci fi riflesso di quel presente, ripreso a piene mani ancora oggi e mai dimenticato da chi è cresciuto in quel decennio, vivendo a metà strada tra l’animazione estrema di Kenshiro, trasmessa nelle tv commerciali, e le videoteche armate di VHS logorate ma dal fascino immenso. TERMINATOR, AKIRA, PREDATOR, MAD MAX, ALIEN e soprattutto ROBOCOP, hanno sfruttato al massimo il cambiamento epocale del genere sci fi, vivendo un’epoca d’oro del genere irripetibile.
Proprio con ROBOCOP Paul Verhoeven, un regista immenso capace di passare dal dramma al grottesco, dal blockbuster al sci fi anche hollywoodiano senza mai rinunciare a critiche sottili e taglienti alla società capitalista e consumista, riesce a cogliere al meglio le contraddizioni sociali e culturali americane e occidentali.
In una violenta, quasi apocalittica Detroit, la cinica e spietata società Omni Consumer Products (OCP) ottiene un contratto dal governo della città per privatizzare le forze di polizia.
Se un primo prototipo di robot poliziotto completamente automatizzato desta perplessità, uno scontro a fuoco finito male, con una gang locale, da parte dell’agente Alex Murphy, finirà per farlo diventare la cavia perfetta per testare il progetto ‘RoboCop’, metà uomo e metà macchina. Se inizialmente Robocop appare inarrestabile e perfetto nel compiere il suo dovere di poliziotto, quando quest’ultimo porterà alla luce alcune mele marce dell’OCP, la sua vita tornerà nuovamente in pericolo …….
Un universo distopico creato a regola d’arte, dove tecnologia e affari sporchi finiranno per lanciare un monito sul futuro (oggi presente e passato recente) preoccupante e mai così vicino alla realtà. Se a prima vista ROBOCOP appare come un action puramente spettacolare e destinato al grande pubblico, scavando a fondo presenta un’anima in eterno conflitto, proprio come Alex, destinata a lottare tra bene e male, consumismo sfrenato e aiuto ai più deboli, capitalismo cinico e desiderio di giustizia uguale per tutti. A rendere continua questa battaglia una sfilza di villain dalla personalità e caratterizzazione fortissima.
Dal rivale sulla scrivania in giacca e cravatta Dick Jones (Ronny Cox) al gangster della strada Clarence Boddicher (Kurtwood Smith), senza dimenticare il viscido ed arrivista Bob Morton (Miguel Ferrer), per certi versi il peggiore del lotto. Paul Verhoeven ha soprattutto il merito di arricchire la pellicola, destinata al grande pubblico, con graffianti satire alla società dell’epoca, non rinuncia ad accentuare a livelli estremi la violenza nelle sparatorie, con fiotti di sangue e carne macellata (in particolare quanto protagonista abbiamo Alex/Robocop), un eccesso che raramente troviamo in blockbuster hollywoodiani come questo. Effetti speciali all’avanguardia per l’epoca e destinati a diventare iconici di quel decennio, location apocalittiche dove la distinzione tra benestanti e reietti appare ben delineata, ultra violenza, citata in precedenza, degna dei migliori horror e per finire la capacità di mantenere una linea guida drammatica e conflittuale interiore del protagonista, interpretato da un grandissimo Peter Weller (il suo passato rappresentato dalla famiglia perduta, il rapporto da ricucire con la sua compagna di lavoro, l’enorme conflitto di interesse nei confronti con chi lo ha creato ma anche da punire, senza dimenticare il rapporto degenerativo tra uomo e macchina), raramente così efficace in un prodotto cinematografico di questa tipologia. Per questi motivi e per tantissimi altri da scoprire (o riscoprire) con la sua visione, ROBOCOP è una pellicola generazionale imprescindibile, per chi è cresciuto negli anni ’80, e fondamentale per chi ricerca ancora oggi un action sci fi estremo dall’anima vera e profonda! Un film tra più influenti e copiati della storia dle cinema recente. Semplicemente un …. ‘cultissimo’! VALUTAZIONE 10/10
H.E.