THE LAST HOUSE ON DEAD END STREET, il primo torture e snuff (falso) movie della storia del cinema più estremo. Quello sporco, malsano e allucinante che negli ultimi anni ha sfornato film estremi come A SERBIAN FILM, VISCERAL, ATROZ ed i primi due capitoli della serie americana GUINEA PIG, in particolare il primo diretto da Biro, in quanto più che debitore di questo cult estremo ultra quarantennale. Realizzato nel 1973 e uscito solo quattro anni più tardi, per problematiche legata alla distribuzione (la versione originale era di 175 minuti poi ridotta a soli 78), il film di Roger Watkins (attore protagonista e noto ai più con almeno altri dieci nomi/pseudonimi), rappresenta al meglio il concetto di snuff movie malsano, dove la follia omicida, associata ad un desiderio voyeuristico incontrollabile, rappresenta il cuore della pellicola, finendo così per legarsi a doppio filo con il metacinema più estremo.
Prima di allora (del 1973) altre pellicole osarono avventurarsi nel panorama gore ed estremo (i giapponesi per primi con JIGOKU e RED ANGEL, gli americani con il gore goliardico di Herschell Gordon Lewis) ma nessuno prima di Watkins riuscì a trasformare il desiderio malsano di associare la morte atroce al desiderio di filmarla per puro piacere come in questa pellicola.
Terry Hawkins è un giovane regista appena uscito di prigione e desiderosi di realizzare una pellicola innovativa ed unica nel panorama indipendente. Con l’aiuto di un cameraman e di altri assistenti può così coronare il suo sogno: girare degli snuff movies il più realistici possibile. I finanziatori del progetto, due squallidi e viscidi individui del cinema porno di serie Z, cercano di imbrogliare Terry ed escluderlo dai futuri profitti. Terry si prenderà la sua vendetta attirandoli a casa sua e torturandoli a morte mentre ne riprende l’agonia …..
Musiche inquietanti, personaggi grotteschi quanto malsani, maschere terrificanti, dolore eccitante ed immerso nel dolore più estremo, freaks morbosi armati di fruste, location ansiogene e recitazioni strampalate ed incredibilmente congeniali con l’opera, ci trascineranno con estremo piacere lungo un percorso estremo dal montaggio sconnesso che culminerà nella scena madre di tutta la pellicola. Una tortura estrema tra cesoie, lame, lenzuola inzuppate nel sangue umano ed interiora tremendamente travolgente e terrificante. Una sequenza abilmente omaggiata e ripresa nel primo AMERICAN GUINEA PIG, il quale tenta in tutti i modi di ricreare l’atmosfera morboso-distruttiva del film di Roger Watkins, senza riuscire però a caratterizzare la follia senza limiti che avvolge i personaggi di questo THE LAST HOUSE ON DEAD END STREET.
Se come attore Watkins lascia spesso a desiderare, il montaggio sgangherato appare perfetto per trasmettere tutta la follia che pervade il suo protagonista, imbottendo l’opera di flashback o visioni future delle sue malefatte, dove sangue, budella, arti mozzati e dolore finiranno per far brillare gli occhi a tutti gli amanti del gore più estremo e scioccante.
Un Horror estremo genuino e d’annata marcissimo, putrido, feroce e allucinato, assolutamente da visione obbligatoria per tutti gli appassionati del genere snuff (vero o finto poco importa), torture e ultra gore. Una delle pietre miliari di HorrorEstremo!!! VALUTAZIONE 9/10
H.E.