
Il cinema giapponese si rivela, per nostra fortuna, ancora una volta, la miniera estrema più florida in assoluto. In particolare i film SM della vecchia scuola non deludono mai e regalano ogni volta sorprese inaspettate …. come questo vibrante ed estremo film d’annata.
Sayo, la regina del sadomaso, vive di spettacoli itineranti BDSM assieme a suo marito. Sayo, sempre più stanca della solita routine, con il tempo inizia ad annoiarsi della sua vita e inizia a girare il paese con il marito alla ricerca di nuove emozioni. Durante il loro tour a Kyoto, una coppia benestante, che la segue da tempo, chiede uno spettacolo privato. Sayo e il marito si troveranno nell’anticamera dell’inferno BDSM, dove in palio non ci sarà solo il piacere estremo, ma anche la loro vita…….
Uno dei migliori ‘pinku bondage’ giapponesi, dove le frustate, i giochi erotici con le corde ed altre passioni sadomaso estreme, sono realizzate talmente bene e con efficacia, al punto da risultare vere, credibili e senza lasciare spazio alcuno alla nostra immaginazione. La forza di questo film, come per tantissimi pinku, è la durata breve (70 minuti), che permette di ‘godere’ al massimo delle torture inflitte da parte dei due ricconi a Sayo e marito, senza un attimo di tregua. A malincuore non mancano in alcuni frangenti, nelle poche sequenze porno, gli immancabili pixel, ma sono ridotti al minimo storico e pertanto finiranno nel dimenticatoio a fine visione. Se la ruota umana nell’acqua è da cardiopalma, ancora più fenomenale è l’uso delle corde nell’ultima parte, con una scena, che vede coinvolta Sayo, ad alto tasso erotico. Una ricerca del piacere estremo, dove il confine tra godimento e dolore finirà per essere oltrepassato più volte. Consigliato a tutti gli estremi, non solo agli aficionados del genere sopra citato. VALUTAZIONE 8/10
H.E.
