Nel panorama horror indie, quello più violento e realizzato con budget risicati ma tanta passione estrema, Eric Stanze, da oramai tre decenni, è uno dei registi più meritevoli di attenzione da parte del popolo estremo. SCRAPBOOK del 2000 è, tra le sue fatiche, una bella fucilata di gore, sangue e violenza estrema. Un fottuto rape revenge che mescola con destrezza analisi psicologiche distruttive nella mente di un serial killer e selvaggio istinto di sopravvivenza rigorosamente al femminile. Una ragazza di nome Clara viene catturata da un serial killer di nome Leonard, il quale registra la sua vita conservando un album con foto e ‘dediche’ delle sue innumerevoli vittime. Oltre alle polaroid, Leonarda appiccica nel suo adorato ‘scrapbook’ pezzi di abbigliamento e altri piccoli trofei delle sue vittime. Clara viene picchiata, violentata e torturata senza sosta dal suo aguzzino. Ben presto si rende conto che la sua unica speranza di sopravvivenza è manipolare Leonard, attraverso i suoi scritti nel suo amato album e soprattutto attraverso i ricordi sbiaditi e distruttivi del suo agghiacciante passato …….Se SCRAPBOOK (ispirato a diversi fatti di cronaca nera, almeno secondo l’autore) avesse conservato la qualità estrema e psicologicamente perversa dei primi dieci minuti, afferenti l’infanzia di Leonard, ci saremmo trovati con un ATROZ …. in anticipo di 16 anni. Un inizio shock e folgorante (un mix di incesto e abusi infantili veramente letale) destinato però a rimanere un pallido ricordo in alcuni passaggi successivi. Pur mostrando frangenti di violenza inaudita (gore e torture della peggior specie), il film avanza tra alti (l’amputazione delle dita dei piedi e la manipolazione mentale nel finale sono delle due perle estreme di rara efficacia) e bassi. Quest’ultimi rappresentati da sequenze eccessivamente sopra le righe (scene porno che aggiungono poco o niente all’eccesso della pellicola) o troppo banali (violenza fuori campo spesso confusionaria), con inevitabili scivolate nel trash involontario. Nonostante tutto ciò Stanze non perde mai completamente la bussola, mettendo al centro della storia la mente distorta ma tormentata di un serial killer implacabile figlio di tremende violenze, fisiche e psicologiche, subite in famiglia durante l’infanzia, associando a ciò un desiderio illusorio di ‘cura fai da te’ attraverso il famigerato album foto e dediche forzate da parte delle sua vittime. SCRAPBOOK rimane, a distanza di due decenni e nonostante alcuni limiti figli del low budget, un film assai meritevole di visione, almeno per chi ama pellicole estreme sporche e brutali, torture movie ‘veraci’, rape&revenge grezzi e soprattutto i film sui serial killer, visionati sotto una luce psicologica diversa e perversa. Niente male! VALUTAZIONE 3/5
H.E.
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