SCUM (1979) di Alan Clarke

In un’ipotetica classifica dei ‘prison movies’ più estremi, SCUM di Alan Clarke meriterebbe non solo di salire nel podio, ma sicuramente il primo posto. Una storia che racchiude in un colpo solo razzismo, violenza psicologica, suicidi, abusi, stupri, pestaggi ed una marea di dialoghi selvaggi destinati a descrivere al meglio uno dei famigerati ‘Borstal’, centri inglesi di detenzione per ragazzi dai 14 ai 23 anni. Strutture a metà strada tra una prigione ed un riformatorio, chiuse definitivamente nel 1983, forse grazie anche a questo film, nato inizialmente come episodio di una serie Tv nel 1977, poi uscito come un film vero e proprio due anni più tardi.
Il film segue le vicissitudini di un gruppo di ragazzi reclusi in un Borstal. Tra i nuovi arrivati troviamo Carlin, trasferito da un riformatorio per aver pestato una guardia, e giunto nella nuova struttura detentiva con la fama del duro. Sin da subito si troverà tra l’incudine e il martello, tra il boss dei detenuti e le guardie, desiderose ed intenzionate a lisciargli il pelo ad ogni occasione. Tra i pochi con i quali Carlin legherà all’interno dell’istituto troviamo un eccentrico vegetariano ateo, Archer, il quale finirà più volte come Carlin al centro del mirino delle guardie. Tra scontri verbali e fisici crudeli, la vita per Carlin e Archer si trasformerà in sopravvivenza pura, trascinandoli in un mondo brutalmente violento ed orribilmente squallido …….
Se da una parte il film non ha un vero e proprio protagonista, in quanto segue più vicende (anche se Carlin, interpretato da un roccioso già all’epoca Ray Winstone, appare come la figura più appariscente), dall’altra permette di focalizzarsi su storie differenti e ragazzi diversi, dai quali scopriamo storie terribili. Chi a soli quattordici anni è già un omicida, chi ha scoperto in carcere della morte della moglie, chi è fisicamente più debole rispetto agli altri ed è destinato a subire abusi sessuali molteplici, ed infine a chi mantiene un barlume di lucidità imbarazzante per chi gestisce la struttura. La quale appare incapace di educare in quanto appare, tra le altre cose, corrotta fino al midollo, con l’unico desiderio di nascondere la feccia (SCUM appunto) e lavarsi i panni sporchi in casa. Un film di denuncia vero e senza fronzoli e buonismi vari, che non lesina a premere sull’acceleratore estremo, mostrando effettivamente gli abomini e le violenze scioccanti che realmente accadevano in questi istituti inglesi. Tanta, tantissima roba in questo film, dove l’estremo visionato non conosce limiti, mentre i dialoghi crudi, acuti e taglienti presenti, in particolare tra Archer ed i suoi aguzzini, permisero di criticare con intelligenza e senza censura, un mondo lontano e nascosto alla società inglese ‘per bene’.
Una visione cruda, disumana e spietata, destinata a lasciare il segno ed influenzare il genere sopra citato ancora oggi (ved. STOIC ed il remake DOG POUND tra i tanti). Unico! VALUTAZIONE 10/10

 

H.E.