THE BUNNY GAME (2011) di Adam Rehmeier

L’attesa della tortura, con annessa paura estrema negli occhi della vittima, spesso esalta ancora di più il suo torturatore, finendo per diventare essa stessa l’apice della sevizia subita da parte della/o malcapitata/o di turno.
Questo concetto così semplice ma assai appagante, per il torturatore ovviamente, rappresenta l’anima e cuore di questo ‘torture movie’ purissimo, realizzato completamente in bianco e nero e con flash di luce improvvisi e ombre inquietanti.
Un film indipendente (e unico fino ad oggi da parte del regista Adam Rehmeier) ispirato alle gesta malsane del serial killer camionista Robert Ben Rhoades, il quale torturò, violentò e uccise, nel suo bilico trasformato in camera di tortura, più di 50 donne sul finire degli anni ’80.<br>Un prostituta cocainomane, avvezza ad una clientela squallida e violenta, un giorno accetta un passaggio ‘lavorativo’ da parte di uno sconosciuto camionista. Quella che si prospetta una giornata come tante altre per la ragazza, si trasforma in un incubo senza fine e soprattutto senza uscita. Il camionista in verità è un torturatore seriale, che finirà per infliggere torture psicologiche e fisiche senza sosta alla povera malcapitata ……..
THE BUNNY GAME, opera sperimentale caratterizzata da un ritmo frenetico e musiche industrial metal incessanti, non eccede mai nel gore (sangue praticamente inesistente), prediligendo aspetti del BDSM e della tortura più estrema marginali e sicuramente singolari, mettendo sempre in evidenza la fisicità della vittima (ottima la prova ‘carnale’ dell’attrice Rodleen Getsic nei panni del ‘coniglio’) sotto tutti i vari aspetti e punti di vista, umani e disumani. Dialoghi minimali ed una ripetizione forse eccessiva delle medesime torture inflitte con estremo piacere, da parte del camionista, alla prostituta sconnessa mentalmente già prima di finire nelle grinfie del suo nuovo padrone.
Dal fellatio alle umiliazioni estreme subite dalla prostituta nelal seconda parte della pellicola, l’eccesso è garantito, pur rischiando più volte, come accennato in precedenza, di ripetersi eccessivamente con le medesime sequenze solo per allungare il film al tempo prestabilito del regista. Pur rimanendo diverse spanne ai diversi torture che hanno spopolato negli ultimi dieci anni, dal secondo THE HUMAN CENTIPEDE ai primi due AMERICAN GUINEA PIG, senza dimenticare i vari A SERBIAN FILM ,ATROZ e ‘VISCERAL: Between the Ropes of Madness’ naturalmente, il film di Adam Rehmeier regala diverse perle assai gustose per questo sottogenere horror, il ‘torture movie’, e per tutti gli amanti del BDSM più violento. Gioiellino extreme destinato a tutti gli aficionados dei generi e sottogeneri sopra citati! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.