THE HONEYMOON KILLERS (I KILLERS DELLA LUNA DI MIELE) del 1969 di Leonard Kastle

Il primo film dedicato ai famigerati assassini dei ‘cuori solitari’ (The Lonely Hearts Killers) Raymond Martinez Fernandez e Martha Jule Beck (i quali furono accusati alla loro carcerazione nel 1949 di quasi venti omicidi), è un gioiello assoluto del cinema di fine anni ’60, capace di miscelare estremo e grottesco in maniera esemplare, alternando costantemente frangenti assurdi e ironici ad altri incredibilmente disturbanti e scioccanti. All’epoca la pellicola fu censurata in diversi paesi, proprio a causa della violenza mostrata (teste fracassate, omicidi efferati, infanticidi). Questo però non arresto il suo successo ed influenza di numerosi registi, John Waters su tutti ma anche del belga Fabrice Du Welz, autore nel 2014 di un altro adattamento (assai convincente) in epoca moderna (dal titolo ALLELUIA) delle famigerate gesta dei due celebri assassini innamorati. <br>Alabama, fine anni ’40. Martha Beck, un’infermiera autoritaria e sovrappeso, si sente disperatamente sola. Grazie all’aiuto di un’amica si unisce ad un “club di corrispondenza” e trova un romantico amico di penna, tale Ray Fernandez. Martha, innamoratasi subito di lui, è intenzionata a restare con Ray anche quando scopre che è un truffatore abile nel sedurre le donne single sole con l’unico scopo di rapinarle. Tra ai due si instaura un rapporto alquanto morboso e pericoloso, ancora di più quanto Martha si presenta come la sorella di Ray e si unisce a lui in una spirale di violenza omicida sempre più estrema. In particolar modo quando le donne ingannate da loro due, finiranno per diventare delle fastidiose complicazioni da …. eliminare!
Film dalla gestazione alquanto complicata. Dopo solo una settimana di riprese il primo regista fu licenziato in tronco, un giovanotto che rispondeva al nome di Martin Scorsese, mentre il secondo, Donald Volkman, durò solo due settimane. Il terzo, Leonard Kastle (questo il suo primo ed unico film come regista), riuscì finalmente e per nostra fortuna a portare a termine la pellicola.
Una pellicola che, nonostante le difficoltà sopra citate ed una regia a tratti grezza e scolastica, si nutre costantemente della malvagia follia delirante dei due protagonisti, in particolare di Martha, interpretata magnificamente da Shirley Stoler (celebre ed indimenticabile anche la sua poderosa parte della nazista obesa in PASQUALINO SETTEBELLEZZE). Una donna invidiosa, acida, scaltra, egoista e cinica a livelli sconvolgenti. Grottesca e divertente nella prima parte, bastarda nella seconda, dove non si fermerà di fronte a nulla pur di salvaguardare l’amore sempre più malato e controverso con il suo compagno e falso fratello Ray. Anche se diverso da lei quest’ultimo non è da meno. Un baro d’altri tempi (il suo toupée è pura poesia weird) che finirà per scivolare lentamente anche lui come Martha in un vortice immorale di morte e cinismo spietato.
La parte finale è sicuramente il pezzo forte, dove l’opera diventa quasi un horror per brutalità ed efferatezza, riuscendo perfino a regalare (per chi conosce anche vagamente la storia vera) un colpo di scena inaspettato e amaro per entrambi (la telefonata dei ‘vicini’).
THE HONEYMOON KILLERS è un vero pilastro del cinema estremo e criminale d’annata, ricco di fascino perverso, macabra ironia e amore malato. Imperdibile! VALUTAZIONE 4,5/5

H.E.