THE LAST HOUSE ON THE LEFT (L’ultima casa a sinistra) del 1972 di Wes Craven

“GLI EVENTI CHE VEDRETE SONO REALI … NOMI E LUOGHI
SONO STATI CAMBIATI PER TUTELARE I SOPRAVVISSUTI”
Presentazione di sicuro effetto per l’epoca e per un film seminale per il sotto genere rape&revenge in salsa horror, violenta e soprattutto estrema.
Mary, all’alba del suo diciassettesimo compleanno, si appresta a passare in compagnia della sua amica Phyllis in un concerto rock. Contemporaneamente due uomini, una donna ed un ragazzo, (tutti con il curriculum poco rassicurante) sono evasi da una prigione e sono in fuga per nascondersi in Canada. Prima di andare al concerto, le due ragazze cercano in paese della marijuana per sballarsi. Destino, beffardo, vuole che incrociano la strada dei quattro evasi, i quali non esistano a sequestrarle e portarle con loro nel bosco vicino, trasformando per le ragazze un giorno di spensieratezza in un giorno tragico ….
L’opera prima di Wes Craven, che prese ispirazione dalla sceneggiatura de LA FONTANA DELLA VERGINE di Ingmar Bergman, è un’opera destinata a lasciare un segno indelebile per il cinema horror-exploitation dei decenni a venire. Uscito in un periodo storico decisivo per il filone estremo (quasi in contemporanea uscirono due veri e propri capolavori a tema rape&revenge come DELIVERANCE e STRAW DOGS), L’ULTIMA CASA A SINISTRA (titolo italiano) è un film che, pur non essendo esente da difetti e con frangenti a tratti tragi-comici (le scenette con i due poliziotti sfiorano il trash e anche le musiche non sempre in linea quanto visionato), mette in mostra una violenza sadica, gratuita, spietata e visivamente grondante sangue, decisamente rivoluzionaria per l’epoca, riscontrabile fino ad allora solo in pochi altri film del Sol Levante.
Il merito, enorme, di Wes Craven (pioniere assoluto dell’horror, basti pensare a LE COLLINE HANNO GLI OCCHI o A NIGHTMARE ON ELM STREET) è proprio di aver alzato l’asticella del genere sopra citato, ponendo le basi per un filone, il rape&revenge, destinato a spopolare in tutto il mondo, Italia compresa (è nostrano un film decisamente più crudo ed estremo come L’ULTIMA TRENO DELLA NOTTE Aldo Lado del 1975, similare per trama e vendetta).
Se la violenza mostrata rimane ancora oggi di sicuro impatto (la scena dello stupro è impossibile da dimenticare), sarà la figura di uno dei quattro evasi a trascinare con prepotenza l’intera pellicola, quella di Krug, presentato come stupratore seriale e interpretato in maniera sinistra da un bravissimo e carismatico David Hesse, ben noto anche al cinema italiano negli anni successivi.
Se da una parte, come accennato sopra, il film dopo oltre 50 anni risente del tempo passato, dall’altro i meriti, ampiamente evidenziati in precedenza, consacrano il film a cult assoluto e imprescindibile per ogni appassionato del cinema più estremo. Pietra miliare indiscussa del cinema horror!! VALUTAZIONE 4/5

H.E.

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