BRIGHTWOOD (2023) di Dane Elcar

Minima spesa e massima resa per questo sci-fi psicologico dalle forti venature horror estreme. Una coppia in crisi, uno stagno e paradossi temporali senza senso bastano e avanzano al regista Dane Elcar, qui al suo esordio, per creare un mistery movie imperniato in un loop temporale allucinante in stile TRIANGLE e PREDESTINATION.
Jen e Dan, una coppia in crisi, si trovano intrappolati in un cerchio temporale mentre fanno jogging lungo uno stagno. Incapaci di uscire e tornare a casa, sono costretti prima a fare i conti con la loro crisi e poi con dei compromessi letali per …. sopravvivere!
Accattivante e sinistramente ironico questo tagliente thriller bizzarro, che prende spunto per la trama dal cortometraggio THE POND dello stesso regista, dove la discesa verso l’inferno è lenta e inesorabile per i nostri due protagonisti. Il tutto con in parallelo il duro confronto tra i due, con cattiverie annesse, sulla loro vita coniugale palesemente allo sbando. Se la prima mezz’ora appare parzialmente divertente, bene preso si vira all’improvviso verso l’horror più puro, fatto di spaventi, shock e sangue, con tanto di gore prima e cannibalismo poi. Ad un certo punto tutto sembra possibile, anche l’impossibile.
Se un disegno divino voleva tutto questo per risolvere la crisi di coppia, probabilmente qualcosa è andato storto. Ottimi, con la visione completa, gli innumerevoli indizi lasciati lungo tutta la prima parte (cuffiette su tutto), i quali finiranno per creare un puzzle sempre più oscuro, letale e inquietante.
BRIGHTWOOD, pur essendo un film low budget e lontano dalla perfezione, risulta essere ricchissimo di idee e spunti interessanti, finendo per non essere mai noioso o banale.
Niente male! VALUTAZIONE 3/5

H.E.

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