Dalle terre al confine del mondo arriva un nuovo grande film western. Un’opera prima che coniuga perfettamente qualità estetica, i paesaggi naturali e desolati del Cile meridionale aiutano non poco, ad un revisionismo storico politico afferente la colonizzazione estrema delle terre dei Mapuche e dei meno noti Onas, popoli indigeni della Patagonia e dell’Antartide cilena, a cavallo tra XIX e XX secolo.
Nel 1893, Segundo, un meticcio, MacLennan, un ex soldato britannico, e Bill, un feroce mercenario americano, si imbarcano in una spedizione a cavallo per delimitare e reclamare le terre che lo Stato ha concesso a José Menéndez, ricco e cinico proprietario terriero. Quella che sembra una spedizione amministrativa si trasforma in una violenta caccia agli Onas , i nativi dell’arcipelago della Terra del Fuoco …
LOS COLONOS, titolo originale, è un film che richiama alla memoria il grande cinema revisionista americano degli anni ’70, da SOLDATO BLU a PICCOLO GRANDE UOMO fino a CORVO ROSSO NON AVRAI IL MIO SCALPO. L’ambientazione e l’epoca, fine 1800 e inizio 1900, sono fondamentali per mettere in luce un pezzo di storia cilena per decenni oscurata e tenuta nascosta, ovvero quella del massacro e genocidio dei Selk’nam, noti anche con il nome Onas. In particolare un evento estremo, brutale e aberrante sarà rivelato solo nel finale, con una chiusa del film silenziosa ma profondissima di significati e tristissime verità, confermate anche dall’ultima sequenza razzista e avvilente, su quanto accaduto in queste terre lontane. Eventi purtroppo simili accaduti in tutto il mondo, nel passato ma non solo.
Per rendere cruda e amara questa storia il regista Felipe Gálvez ruota la vicenda attorno a delle figure simboliche che ben sintetizzano coloni, cileni, mercenari e indiani locali, senza lesinare momenti e frangenti estremi e senza censura, che spaziano dalla tortura alla sodomia, dal gore allo stupro. Una fotografia fin troppo reale di un periodo storico avvilente dello stato cileno, ben descritto in uno scontro verbale nel finale tra un inviato del presidente dell’epoca ed il signore locale José Menéndez. Da sottolineare l’ottima interpretazione dei due protagonisti, il soldato MacLennan (Mark Stanley) e il mezzosangue Segundo (Camilo Arancibia). Un film dominato dalla cruda violenza coloniale e da un colore, il rosso. Quello del sangue delle vittime e che ha sporcato per sempre la memoria di un popolo che fatica ancora oggi a fare pace con il proprio passato, lontano e soprattutto recente. Un western drammatico, ruvido ed estremo, di pregevole fattura!! VALUTAZIONE 4/5
H.E.
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