THEY ALL MUST DIE! (1998) di Sean Weathers

Bitch, motherFucker, white bitch, fuck, nigger, pussy…..queste parole rappresentano circa il 50% dei dialoghi presenti in questo “rape&revenge” in salsa black gang style, con riprese e colori in stile prime comedy anni ’70 con protagonisti di colore, stile Jefferson e company, ma sporcate e putride all’inverosimile.
Regia, recitazioni e sceneggiatura molto scarne, a livelli poco più che amatoriale ma stranamente efficaci e realistiche.
Una bella ragazza bianca si trasferisce in un quartiere malfamato di New York per scrivere un libro sulla storia dei ghetti black americani. Trovato un monolocale, respinte le avance del padrone di casa, la scrittrice subisce più volte le angherie da parte di tre giovani “negracci” di quartiere strafatti di crack e dal vocabolario limitato ma con un’idea fissa in testa, “fottersi” la nuova ragazza bianca del quartiere…..l’invasione in casa per violentare la nuova ragazza bianca del quartiere arriverà letale e dolorosa…..
Film maledetto e con la distribuzione vietata per 13 anni a causa dell’accusa di razzismo (il regista però è di colore) che traspare dal film e che rischiava di mettere in cattiva luce le periferie e ghetti con maggioranza di persone di colore della città di New York.
Si narra di un blocco avvenuto da parte dell’FBI…..si narra, chissà se è vero 😀 ! Tuttavia il regista ha continuato a realizzare film più o meno sulla stessa riga di questo.
Momento cruciale ed estremo è la parte del rape da parte dei tre “negracci”, veramente oscena e disturbante, con la protagonista strafatta (nel film ma secondo me anche nella realtà) di crack….uno stupro abominevole, con uso del ferro da stiro, violenza fisica senza freni, cibo ed oggettistica indefinibile. Meno esplosiva la parte revenge, ma era impossibile mantenere i livelli di ansia ed angoscia della parte centrale.
Film indipendentissimo e maledettamente estremo, fastidioso e scioccante. Solo per estremi D.O.P.! VALUTAZIONE 8/10

 

H.E.