Nella vasta filmografia horror e sci fi britannica, TRIANGLE rimane ancora oggi uno dei titoli più brillanti ed accattivanti, in grado di coniugare al meglio estremo e fantascienza senza mai scivolare nella noia man mano che si avanza nella pellicola, nella quale le strane situazioni iniziali, ‘non sense’ o banali, finiranno per chiudere il cerchio della storia sempre di più, fino alla sua inevitabile chiusura nei secondi finali.
La storia ha per protagonista Jess, una donna madre di un figlio autistico, la quale si avventura con degli amici in una gita in mare nella barca a vela ‘Triangle’. All’improvviso lei ed i suoi amici sono sorpresi al largo da una strana tempesta. Sopravvissuti per miracolo, finiscono per salire su una nave apparsa all’improvviso. Una volta salita a bordo nella nave ‘Aeolus’, apparentemente deserta, Jess finirà per trovarsi in un labirintico loop temporale senza senso ma sempre più pericoloso …….
I viaggi nel tempo, loop temporali infiniti, teletrasporti quantistici e premonizioni avveniristiche, hanno da sempre alimentato il cinema e la letteratura di fantascienza. I rimandi a pellicole passate come ‘Philadelphia Experiment’, a sua volta basato su un incredibile esperimento reale degli anni ’40, a miti e simbolismi della Grecia antica, al famigerato ‘Triangolo delle Bermude’ e soprattutto a riferimenti matematici e scientifici, finiranno per affiancare alla pellicola di Christopher Smith un crescendo inarrestabile per quanto concerne la tensione e l’ansia minuto dopo minuto, uscendo dalla sua presentazione iniziale apparentemente banale e stereotipate(un gruppo di bellocci che si perde in mare e sale su una nave fantasma è roba nota, trita e ritrita) in maniera sorprendente.
La tormentata Jess, interpretata dalla bella e dinamica Melissa George, è sin da subito la figura centrale dell’ingranaggio spacca cervello illustrato. Non per questo la ‘protagonista’, in quanto la figura principale che seguiremo sarà solo una delle tante (impossibile identificarne la prima) di questo molteplice loop temporale infinito, come fosse un triangolo equilatero in rotazione continua all’interno di un cerchio.
A rendere memorabile ed indimenticabile questo sci fi estremo non è solo la nervosa trama cervellotica, bensì la sua intrigante messa in scena, costantemente e piacevolmente imprevedibile, costellata da meccanismi sentimentali ed emotivi tipici di qualsiasi essere umano. I rimorsi, la delusione per un comportamento sbagliato, una parola non detta e altro ancora, sono pecche e debolezze umane spesso logoranti, dove solo una seconda chance ne permetterebbe il rimedio. Quello che accade a Jess è proprio questa necessità umana primordiale ed estremamente drammatica, che la stimola e la guida lungo un percorso intriso di violenza, a tratti incredibilmente motivata e giustificata, che si scontra con un percorso scritto infinito prima e di rassegnazione poi.
Per quanto concerne splatter, sangue e scene shock, Smith non lesina affatto, dove alcune sequenze estreme finiranno per stupire a prima vista (come l’amica di Jess moribonda, costretta ad una molteplice e macabra compagnia in coperta, oppure lo scontro finale ultra violento a colpi di martello) ed altre offuscate solo in parte da una necessità di collegare i vari punti della storia da parte dello spettatore.
Una fantastica pellicola estrema e psicologica da vedere più volte, al fine di cogliere al meglio le innumerevoli sequenze mostrate con protagonista Jess, concatenate tra loro in maniera geniale dai suoi autori. Opera fenomenale! VALUTAZIONE 3,5/5
La storia ha per protagonista Jess, una donna madre di un figlio autistico, la quale si avventura con degli amici in una gita in mare nella barca a vela ‘Triangle’. All’improvviso lei ed i suoi amici sono sorpresi al largo da una strana tempesta. Sopravvissuti per miracolo, finiscono per salire su una nave apparsa all’improvviso. Una volta salita a bordo nella nave ‘Aeolus’, apparentemente deserta, Jess finirà per trovarsi in un labirintico loop temporale senza senso ma sempre più pericoloso …….
I viaggi nel tempo, loop temporali infiniti, teletrasporti quantistici e premonizioni avveniristiche, hanno da sempre alimentato il cinema e la letteratura di fantascienza. I rimandi a pellicole passate come ‘Philadelphia Experiment’, a sua volta basato su un incredibile esperimento reale degli anni ’40, a miti e simbolismi della Grecia antica, al famigerato ‘Triangolo delle Bermude’ e soprattutto a riferimenti matematici e scientifici, finiranno per affiancare alla pellicola di Christopher Smith un crescendo inarrestabile per quanto concerne la tensione e l’ansia minuto dopo minuto, uscendo dalla sua presentazione iniziale apparentemente banale e stereotipate(un gruppo di bellocci che si perde in mare e sale su una nave fantasma è roba nota, trita e ritrita) in maniera sorprendente.
La tormentata Jess, interpretata dalla bella e dinamica Melissa George, è sin da subito la figura centrale dell’ingranaggio spacca cervello illustrato. Non per questo la ‘protagonista’, in quanto la figura principale che seguiremo sarà solo una delle tante (impossibile identificarne la prima) di questo molteplice loop temporale infinito, come fosse un triangolo equilatero in rotazione continua all’interno di un cerchio.
A rendere memorabile ed indimenticabile questo sci fi estremo non è solo la nervosa trama cervellotica, bensì la sua intrigante messa in scena, costantemente e piacevolmente imprevedibile, costellata da meccanismi sentimentali ed emotivi tipici di qualsiasi essere umano. I rimorsi, la delusione per un comportamento sbagliato, una parola non detta e altro ancora, sono pecche e debolezze umane spesso logoranti, dove solo una seconda chance ne permetterebbe il rimedio. Quello che accade a Jess è proprio questa necessità umana primordiale ed estremamente drammatica, che la stimola e la guida lungo un percorso intriso di violenza, a tratti incredibilmente motivata e giustificata, che si scontra con un percorso scritto infinito prima e di rassegnazione poi.
Per quanto concerne splatter, sangue e scene shock, Smith non lesina affatto, dove alcune sequenze estreme finiranno per stupire a prima vista (come l’amica di Jess moribonda, costretta ad una molteplice e macabra compagnia in coperta, oppure lo scontro finale ultra violento a colpi di martello) ed altre offuscate solo in parte da una necessità di collegare i vari punti della storia da parte dello spettatore.
Una fantastica pellicola estrema e psicologica da vedere più volte, al fine di cogliere al meglio le innumerevoli sequenze mostrate con protagonista Jess, concatenate tra loro in maniera geniale dai suoi autori. Opera fenomenale! VALUTAZIONE 3,5/5
H.E.
Per me è e resterà uno dei più sorprendenti gioielli degli ultimi anni, e nello stesso tempo uno dei più sottovalutati…