Realizzato in segreto (almeno per quanto dichiarato) e utilizzando per le riprese solo degli iphone 7 plus, l’ultimo film di Soderbergh sorprende non poco, in quanto passa da thriller psicologico, sulla paranoia in bilico tra pazzia e lucidità, a horror estremo, decisamente inaspettato viste le premesse iniziali alla ‘One Flew Over the Cuckoo’s Nest’ e ‘Shock Corridor’.
Sawyer Valentini è una donna dedita al lavoro che nasconde un segreto che la sta logorando. Uno stalker ossessivo la costringe a cambiare la propria routine quotidiana prima e città poi, condizionandone le proprie abitudini e rapporti con le altre persone. Incapace di relazionarsi con le persone dell’altro sesso, un giorno decide di andare a parlare con una psichiatra presso l’istituto ‘Highland Creek Behavioral Center’. Inconsapevole di aver firmato un ricovero obbligatorio presso questo istituto, si ritrova rinchiusa contro la propria volontà. Ad aumentare l’ansia e la paranoia, Sawyer è convinta che uno degli infermieri sia in realtà il famigerato stalker. Condizionata da continue visioni dello stesso, scambiato più volte per altre persone, Sawyer inizierà a dubitare di sé stessa e della propria sanità mentale, almeno fino a quando ……….
Visione caleidoscopiche e allucinanti ci lasceranno in bilico più volte, rese ancora più frenetiche e nervose dalla nostra incapacità, di pari passo a quella della protagonista, di focalizzare e capire cosa sia reale e cosa si solo frutto dell’immaginazione distorta di Sawyer. Diviso in due parti ben definite, thriller psicologico la prima e horror la seconda, UNSANE mette in luce problemi e tematiche reali, come lo stalkeraggio e la fragilità delle strutture mediche americane dedite alla sanità mentale. Clare Foy nei panni della protagonista è straordinaria nell’incarnare una donna in bilico tra follia e razionalità forzata, stretta in un cerchio senza fine dove l’inizio e la fine appaiono offuscaste e difficilmente decifrabili. Tecnicamente impeccabile, considerato l’uso degli iphone per le riprese (con le dovute applicazioni però), UNSANE ci tiene sulla corda fino alla fine, impreziosito non poco da un’ultima mezz’ora che non lesina sangue e virate estreme degne delle migliori pellicole indie estreme. Soderbergh dimostra ancora una volta di essere un regista a 360*, capace di sfornare opere commerciale destinate al grande pubblico a opere indipendenti e singolari come Schizopolis, Bubble e questo nuovo ed inquietante UNSANE. Nel film anche un piccolo e singolare cameo da parte di Matt Damon. Una storia di disagio, incubi, ossessione, orrore e frustrazione che assomiglia, purtroppo, a diversi fatti di cronaca nera, anche italiani. VALUTAZIONE 9/10
H.E.