HOME SWEET HOME (2013) di David Morlet

Purissimo ‘home invasion’ canadese, ambientato completamente all’interno di una casa, con solo quattro attori ed una caccia del gatto al topo che si rinnova in continuazione, grazie ad una serie continua di battaglie condite da sangue e violenza tra la vittima ed il suo aguzzino, fino al gran finale liberatorio e rivelatore.
Sara e Frank sono una giovane coppia sposata da poco e che torna a casa dopo un appuntamento inconsapevole di cosa l’aspetta. Un killer metodico e maniacale che li sequestra ed inizia con loro un gioco sadico e violento senza motivazione alcuna……
Non siamo al cospetto di un filmone assoluto, ma di un horror di puro intrattenimento che parte lento ed insapore, per poi accelerare all’improvviso e diventare incredibilmente gustoso per i palati cinefili amanti delle invasioni casalinghe estreme e con scontri feroci annaffiati da diversi litri di sangue.
Regia claustrofobica e asettica, pur con limiti evidenti, si abbina perfettamente alla trama esile poco originale in apparenza, ma che regala proprio nel finale un colpo di scena cinico ed imprevedibile, che risolleva non poco questo thriller sanguinolento. Spade da samurai, pistole, mazze da golf e altre meraviglie diaboliche sono usate con parsimonia dal nostro killer, reso ancora più inquietante da una maschera discretamente originale. Nulla di nuovo sotto il sole nero del cinema horror, ma questo piccolo film ha il pregio di non deludere e di regalare un malvagio meschino e viscido quanto basta per rimanere affascinati dalla sua vera natura, abilmente mascherata. VALUTAZIONE 7/10

 

H.E.