COMMUNION (KOMUNIA) del 2016 di Anna Zamecka

La realtà filtrata attraverso la lente d’ingrandimento di un documentario cinico, solo in apparenza disinteressato agli eventi, finisce per mostrare in maniera cruda e crudele le difficoltà quotidiane di un’adolescente polacca e della sua famiglia disfunzionale. Questo documentario targato HBO ci catapulta in un contesto familiare tanto assurdo quanto tristemente vero, dove una ragazzina di 14 anni, Ola, lotta disperatamente per tenere unita o almeno non slegata totalmente la propria famiglia. Ola vive in un appartamento di circa 30 mq con il padre, alcolizzato e con evidenti limiti sociali, ed il fratello minore Nikodem. Proprio l’imminente prima comunione di quest’ultimo, viene vista da Ola come l’ultima occasione per riportare a casa la madre, che vive separata da loro assieme al suo neonato e fratello minore di Ola e Nikodem. Ola deve pensare a tutto. A preparare da mangiare, pulire le due stanze del bilocale, aiutare Nikodem con la scuola e l’imminente comunione. Il tutto mentre il padre vegeta tra la sedia di casa e il bar. Ola prova inoltre a vivere, faticosamente, la vita d’adolescente con le sue amiche coetanee, anche se è destinata miseramente, quanto sfiora il divertimento adolescenziale ad essere trascinata a fondo sia dal padre che dal fratello Nikodem, il quale necessiterebbe di cure e di un ambiente familiare più consono alle sue problematiche. L’apparente supporto medico, inutile, e il fanatismo religioso cattolico, che imperversa in Polonia come in pochi altri paesi del mondo, invece di aiutare, finiranno per incrinare ancora di più la mente di Nikodem. KUMUNIA, titolo originale, si concentra e focalizza su frustrazioni, impotenze, fragilità e amarezze quotidiane della famiglia di Ola, amplificate da scontri verbali surreali, momenti familiari surreali, gesti e sguardi smarriti che ben rappresentano le estreme difficoltà di emergere in un contesto simile. Questo piccolo documentario (quello mostrato è tutto vero), su una ragazzina costretta a crescere prima del tempo e annessa famiglia disastrata, è destinato a lasciare nelle spettatore, a visione terminata, un mix di emozioni contrastanti e confuse, che spaziano dall’amarezza alla rabbia, associate ad un’impietosa condanna all’assenza genitoriale prima e delle istituzioni sociali poi. Uno specchio inesorabile di infinite metafore della vita ma soprattutto di una realtà ben presente in qualsiasi paese europeo, opulente in superficie ma logorato nel profondo e privato di qualsiasi futuro edificante!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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