Fino a dove può spingersi l’amore di una madre? Queste e altre domande, sul rapporto madre figlio, trovano in MOTHER, capolavoro assoluto targato Bong Joon-ho, un percorso crudele, amaro e spietato, fondato su estreme divisioni sociali e soprattutto laceranti sensi di colpa.
La faticosa vita di una madre, in continua apprensione per il figlio Yoon-Do-Joon, grande ma con la personalità e mente di un bambino, viene travolta quando lui viene accusato del brutale omicidio di una ragazza. Sola contro tutti, la donna deve dimostrare l’innocenza del figlio ….
Bong Joon-ho questa volta, rispetto ai suoi tre primi film, lascia da parte azione e ritmo frenetico, prediligendo suspense mescolata all’amore materno incondizionato. Il tutto senza rinunciare, come nei lavori dell’esordio, a personaggi apparentemente inadatti al mondo che li circonda e sostanzialmente invisibili in superficie. Sarà proprio lo scavare in profondità, simboleggiato dall’indagine fai da te della madre, che finirà per far emergere quanto il marcio sia onnipresente in tutte le stratificazioni sociali, mostrando ossessioni, paure, vizi e soprattutto cattiverie ben radicate nell’uomo e ben nascoste nelle segrete stanze.
Se la ricerca della verità ad ogni costo, come nel memorabile MEMORIES OF MURDERS, e l’incrollabile unione familiare, come in THE HOST, finiranno per caratterizzare buona parte della storia. Questa volta tutto sembra però ruotare sui sopra citati sensi di colpa, di una madre per un figlio imperfetto agli occhi del mondo e facile preda degli avvoltoi desiderosi di accanirsi sopra, senza esitazione alcuna. Dall’ago per cancellarsi, in maniera improbabile, la memoria, all’ossessione per dimostrare l’innocenza del figlio, il viaggio della madre appare più verso la propria anima e passato che verso la tanto agognata verità. Proprio quando la pellicola sembra indirizzata su binari ben definiti, arriva il colpo di scena a scombinare tutto e spiazzare tutto, finendo per sgretolare quell’empatia cresciuta esponenzialmente fino ad allora.
Più ancora del più recente ed acclamato (giustamente) PARASITE, MOTHER merita di entrare nel gotha del cinema sud coreano e non solo, in quanto le sensazioni lasciate nello spettatore a fine visione sono terribilmente contrastanti, finendo anche per lasciare più dubbi che certezze sui rapporti umani e soprattutto familiari, valutabili sempre e solo nei momenti più critici e difficili della vita. Un potente e amaro ‘disturbing drama’, oggi forse più di ieri, fondamentale e da visione obbligatoria!! VALUTAZIONE 5/5
H.E.
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