POOR THINGS (Povere creature) del 2023 di Yorgos Lanthimos

Raramente nel cinema cosiddetto ‘mainstream’, è possibile trovare una pellicola così eccentrica, grottesca e soprattutto erotica. Se l’erotismo estremo e sfrenato ha avuto, dalla seconda metà degli anni ’60, un ruolo fondamentale nell’evoluzione cinematografica, è stato sempre relegato a opere anche celebri, ma raramente destinate su larga scala come quest’ultima fatica di Yorgos Lanthimos. Pur essendo lontani dagli eccessi, solo per citare un paio di titoli celebri, di IN THE REALM OF THE SENSES di Nagisa Ōshima e NYMPHOMANIAC di Lars Von Trier, POOR THINGS, forte di un soggetto iniziale basato sul romanzo omonimo di Alasdair Gray, già di per sé superlativo, permette al più celebre regista ellenico di portare sul grande schermo una ricchezza cinematografica ad ampio respiro, visionaria, surreale e grottesca, arricchendo il tutto di riflessioni, anche scomode (all’universo musulmano oserei affermare ‘sgradevole’) sull’universo femminile, di oggi e non solo di ieri.
Nella Londra di fine ‘800, una donna morta suicida viene recuperata nelle acque del Tamigi e riportata in vita. Trapiantando in lei il cervello del figlio che portava in grembo, dell’eccentrico dottore e chirurgo Godwin Baxter. Dopo aver vissuto del tempo reclusa e promessa sposa ad un ingenuo allievo di Baxter, Bella fugge con un avvocato in un’avventura vorticosa attraverso i continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, diventa salda nel suo proposito di difendere l’uguaglianza e la liberazione ….
L’ottava fatica di Lanthimos, quarta in lingua inglese, rappresenta l’ennesima mutazione di un regista in continua evoluzione, estetica e di rappresentazione, senza rinunciare ai concetti ben chiari sin dai suoi primi film in lingua greca e che hanno messo in risalto uno dei registi più rilevanti, influenti e significativi degli anni 2000. Ovvero noi siamo figli e rappresentiamo di conseguenza la nostra società e annessa cultura, che si tratti di ‘società famigliare’, nazione, fazione politica o religiosa, cambia poco. Viaggi, esperienze lavorative, sessuali, amori e tragedie, possono trasformarci ma non snaturare la nostra anima primordiale e soprattutto familiare. Da DOGTOOTH a ALPS, da THE LOBSTER a THE KILLING OF A SACRED DEER, la famiglia, nel bene e soprattutto nel male, è centrale. Anima costruttiva ed allo stesso tempo distruttiva dell’essere umano. La ricerca di interrompere questo schema primordiale è stato tentato nel trasformare l’uomo in dio, come il FRANKENSTEIN di Mary Shelley e proprio nell’ennesimo duplice erede, rappresentato da GODwin Baxter e, ovviamente, dalla sua ‘figlia’ adottiva BELLA. Proprio il mondo scoperto da una bambina con il corpo di adulta, permetterà di provare in un unico corpo la mente priva di preclusioni e schemi di un neonato con i desideri sessuali e provocatori di una donna adulta affamata di scoperte. Una nuova Alice in un mondo meraviglioso solo in superficie, costruito e basato perlopiù da omuncoli affamati di possessione sessuale facile e poco inclini al contrasto del pensiero femminile, quando quest’ultimo mette sul piatto la propria superiorità, forte del proprio ruolo di creatrice e della visione più chiara sulle diseguaglianze di genere, umane e spesso disumane nei confronti dei più deboli.
Tecnicamente superlativo, con attori in stato di grazia (da Willem Dafoe a Mark Ruffalo fino alla sorprendente Emma Stone nei panni della vulcanica Bella) e una sceneggiatura dinamica caratterizzata da un’estetica moderna, in grado di coniugare mondi visionari alla Terry Gilliam con quelli dei videogames più recenti, POVERE CREATURE (titolo italiano) è un film carico di provocazioni sulla lotta sfrenata tra libertà e intolleranza, figlia quest’ultima della paura di perdere il proprio potere, che sia sessuale, di controllo o manipolazione mentale. Unico neo il finale, e ultimi 20 minuti circa, fin troppo buoni e poco in linea con quanto visionato nei primi 120 minuti. Un mancato cinismo che pesa soprattutto nel giudizio finale e di chi ama tutte le pellicole, fin qui tutte meravigliose, di un regista unico come Lanthimos. Sfioriamo, per poco, il massimo dei voti! VALUTAZIONE 4.5/5

H.E.

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