STARSHIP TROOPERS (1997) di Paul Verhoeven

“L’unico insetto buono, è un insetto morto … fai la tua parte”
Forse mai veramente lodato e glorificato, Paul Verhoeven ha segnato il cinema degli ultimi 50 anni, o poco più, come pochissimi altri. La capacità di cambiare spesso genere, di non snaturarsi e di ampliare la platea internazionale nei decenni ’80 e ’90, ha permesso al regista olandese di segnare indelebilmente l’immaginario collettivo per quanto concerne in modo particolare la fantascienza, amplificando grazie ad essa temi sociali e politici mascherati da action movie violenti ed estremi. Prima con ROBOCOP poi con TOTAL RECALL e soprattutto con il sensazionale STARSHIP TROOPERS, l’abilità di esaltare totalitarismo e capitalismo finendo per mostrarne irrimediabilmente le crepe profonde, ha permesso al regista di esagerare piacevolmente nell’esaltazione militare e di potere centralizzato, finendo per ridicolizzarli, per scopi sociali ed in questo caso di conquista spaziale. Verso la fine del XXIII secolo la terra è strutturata nei vertici da un sistema federale militare. L’uomo di questo mondo del futuro è sempre più attrezzato per colonizzare lo spazio e nuovi pianeti. La resistenza di uno questi alla colonizzazione umana, noto come Klendathu, è rappresentata da una specie aliena insettoide priva di tecnologia ma dotata di altre armi letali quanto, se non di più, di quelle umane. Il sistema federale, basato su un esercito e sul suo forzato arruolamento di massa, che permette di accedere alla cittadinanza attraverso la leva obbligatoria, si trova improvvisamente in guerra quando un asteroide proveniente da Klendathu, inviato dagli aracnidi, rade al suolo la città di Buenos Aires. Questo spingerà il sistema federale a intraprendere una guerra senza precedenti e con tutta la sua forza militare, compresi un gruppo di cadetti freschi di accademia, con un nemico interstellare dalle risorse illimitate …   L’abbinamento dello stile anni ’90, con giovani protagonisti che sembrano usciti da una classica serie adolescenziale americana stile Berverly Hills 90210, con visioni sarcastiche in modalità spot pubblicitario bizzarro tanto caro al regista, vedasi ROBOCOP, finisce per creare un mix esplosivo e di contraddizioni perpetue, esaltando e distruggendo allo stesso tempo la visione futura di un sistema che appare oggi come satira e caricatura della fusione (im)perfetta delle odierne visioni di NATO, USA e Unione Europea. Se il romanzo omonimo di Robert A. Heilen, dal quale prende ispirazione , è ancora figlio della seconda guerra mondiale e dei primi venti di guerra fredda, il film di Verhoeven è figlio del periodo storico della caduta dell’URSS e della trionfante vittoria incontrastata dell’impero statunitense. Simbolo di tale trionfo il protagonista Rico, di bell’aspetto e portato a mutarsi da benestante dal futuro radioso, proprio a causa del meteorite sopra citato, a inaspettato veterano di guerra in pochi. Una dimostrazione lampante di quanto l’umanità sia, purtroppo, basate sempre e solo su nuove conquiste e guerre sanguinose. Proprio quest’ultime troveranno nello scontro interstellare un’esaltazione degne dei film horror più estremi, con indimenticabili scene di scontri imperniati su mutilazioni, decapitazioni, gore e splatter poderoso. Un vero paradiso per gli occhi di ogni appassionato del cinema più estremo. STARSHIP TROOPERS è divenuto, meritatamente, nel tempo un cult assoluto, energico come pochi per azione estrema e parodia graffiante come nessuno del sistema imperiale americano del XX secolo. Opera fenomenale!! VALUTAZIONE 5/5

H.E.

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