TUSK (2014) di Kevin Smith

 

Quelli iniziali dei nuovi anni ’10 hanno regalato nuova linfa vitale al cinema horror, weird e soprattutto estremo. Uno su tutti, unico e destinato a diventare un cult, oltre ad esserne sintesi perfetta dei generi sopra citati, è l’esagerato TUSK di Kevin Smith, primo capitolo di una trilogia canadese, la ‘True North Trilogy’, completata dal pazzo YOGA HORSES, uscito nel 2017, e dall’imminente (speriamo estremo) MOOSE JAWS, che promette scintille come il primo capitolo. Sulla scia della trilogia centipede di Six, Kevin, con il suo inconfondibile stile ironico ed irriverente, regala una mutazione corporea bizzarra e unica nel suo genere. Niente uomini scimmia o aberranti mutazioni alla Dr. Moreau, ma sceglie come fulcro della mutazione un animale sconosciuto al panorama horror e grottesco, il tricheco! Il film segue le vicende di Wallace, un conduttore radiofonico americano amante delle storie ridicole e bizzarre presenti online. Un giorno, assieme al suo amico Teddy, un video di un ragazzo canadese, tale ‘THE KILL BILL KID’, che si amputa una gamba con una spada da samurai, attira la sua attenzione. Deciso ad approfondire questa assurda storia, si reca in Canada, ma una volta giunto a destinazione scopre che il ragazzo è morto. Demoralizzato, Wallace non intende tornare a casa a mani vuote. L’illuminazione arriva mentre si trova nel bagno di un locale, ed una lettera appesa in una bacheca attira la sua attenzione. La storia di un vecchio marinaio oramai in pensione. Recatosi a casa dell’uomo della lettera, Wallace finirà a sua insaputa nelle fauci di un chirurgo del male, con la passione estrema di trasformare le persone in …. trichechi!
Solamente le due righe finali della trama iniziale basterebbero a farci godere come ricci estremi, ma la rappresentazione della storia, che galleggia, è proprio il caso di scrivere, tra il grottesco e l’orrore gotico, ci lascerà a bocca aperta. L’alternanza continua tra personaggi pittoreschi (indimenticabile il bizzarro detective Guy LaPointe, interpretato da un irriconoscibile Johnny Depp), ambientazioni multicolori, aneddoti aberranti (la storia vera del passato di Howard Howe, il chirurgo pazzo, rappresenta uno dei vertici assoluti della pellicola) e atmosfere horror inquietanti ma sempre il linea con l’atmosfera grottesca, vera spina dorsale della storia, finiranno per amalgamarsi e fondersi in un racconto originale, divertente (siamo oltre l’umorismo nero) e triste allo stesso momento. Se la sceneggiatura sfiora la perfezione, la scelta degli attori principali, l’uomo tricheco Justin Long ed il dottore pazzo Michael Parks (gigantesco), e quelli secondari, comprese le figlie di Smith e Deep (le quali torneranno nel secondo capitolo in veste di protagoniste) è senza dubbio azzeccata. Come lo sono gli effetti speciali e make up vari, tutto ‘old school’ e che volutamente appaiono gommosi e ‘fatti a mano’. Il duplice epilogo finale, terrificante prima e malinconico poi, chiude in bellezza questa esuberante e fantastica storia dell’orrore, condita magistralmente da storie nella storia, situazioni eccentriche e scioccanti, dialoghi a volte più weird di quanto mostrato visivamente, regalano alla storia del cinema un capolavoro grottesco difficilmente replicabile. Rimaniamo in estrema attesa del capitolo finale della succitata trilogia, MOOSE JAWS (intravisto in un frame di TUSK), felici di essere smentiti e scioccati nuovamente. VALUTAZIONE 10/10

 

H.E.

 

H.E.