V/H/S/85 (2023) di AA.VV.

Sesto capitolo (esclusi i vari spin-off) del franchise V/H/S, nato nel 2012 come progetto, di horror estremi antologici, destinato a unificare vari registi emergenti del panorama horror e ‘glorificare’ le tanto amate VHS del secolo scorso, simbolo estremo di diverse pellicole horror divenute celebri in passato grazie a questo formato divulgativo e alla modalità foud footage tanto cara al succitato franchise cinematografico e utilizzata dall’inizio alla fine anche questa volta.
Dopo il deludente V/H/S/99 (perlopiù per una sceneggiatura troppo povera di idee che per lo stile anni ’90), questo nuovo capitolo trova nuova linfa vitale proprio in quel cinema anni ’80 dove body horror, slasher, serial killer, sette e cyberpunk hanno segnato un’epoca irripetibile e di estrema nostalgia.
La linea continua di dei vari episodi (5 in tutto) è un simil doc con protagonista un ragazzo misterioso dall’aspetto alieno e destinato a mutare nel corso dell’opera. Un piccolo omaggio al cinema di Cronenberg diretto da David Bruckner (già presente in passati episodi della serie e autore di pellicole significative come THE NIGHT HOUSE e SOUTHBOUND). Il primo episodio vero e proprio, NO WAKE, è l’ennesimo omaggio a pellicole slasher storiche come VENERDÌ XIII e HALLOWEEN, dove un gruppo di ragazzi in festa al lago viene massacrato brutalmente. La chicca sta nella parte finale dell’episodio, decisamente inaspettata (oltre ad un’altra sorpresa connessa che scopriremo in seguito), Sangue, gore e ritmo infernale, renderanno non poco felici gli appassionati del genere slasher. Cambiano passo, location e genere con il secondo capitolo GOD OF DEATH. A Città del Messico un violento terremoto riporterà alla luce, per un piccolo gruppo di soccorritori e giornalisti, un antico male azteco assetato di sangue e dolore. Quest’opera di Gigi Saul Guerrero, prolifica regista messicana (tra le tante sue opere abbiamo il dittico MEXICO BARBARO e la black comedy BINGO BELL) fatica a decollare, rimanendo ai limiti della sufficienza. Proseguiamo poi con TKNOGD di Natasha Kermani (IMITATION GIRL), episodio omaggio, senza veli, a THE LAWNMOWER MAN di Brett Leonard, impreziosendo al meglio il sapore cyberpunk d’annata con gore e visionaria violenza estrema … una piccola perla sci fi. Nel quarto episodio AMBROSIA, troviamo nuovamente alla regia Mike P. Nelson. Questa volta abbiamo una sinistra setta religiosa (che si lega al primo episodio) che cita la moltitudine di sette fanatiche a stelle e strisce e mostra l’uso indiscriminato di armi made in USA. Al quinto capitolo, DREAM KILL, troviamo Scott Derrickson, il quale ci riporta di prepotenza alle atmosfere estreme dei found footage del primo SINISTER. Se in quel frangente i vari filmati amatoriali risultavano essere il pezzo forte del film, anche questa volta, grazie ad un espediente geniale e soprannaturale in stile anni ’80, ci ritroviamo per le mani l’episodio più riuscito, dove brutali omicidi e carneficine sanguinarie ci porteranno alla memoria diverse pellicole d’annata come TERMINATOR e ROBOCOP, solo per citare le più celebri. Il cerchio si chiude con l’epilogo relativo l’analisi del ‘ragazzo multiforme’ presentato all’inizio e mostrato sempre in breve tra i vari episodi.
In conclusione V/H/S/85 sembra dare vigore ad una serie che sembrava già stanca nonostante la giovane età (11 anni). Merito di un ritorno alle origini, di genere ma anche per quanto concerne la qualità della sceneggiatura come nei primi due capitoli, i migliori ancora oggi del succitato franchise.

Promosso!! VALUTAZIONE 3,5/5

H.E.

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